Scenario macro ancora benigno negli Usa per job creation e prezzi.
Il mood positivo sulla Cina fa impennare Hong Kong.
Inflazione al consumo Europea finalmente sotto il 2%.
Sale il prezzo del petrolio per l’escalation militare in Medio Oriente.


ll dato macro “clou” di ieri, 1’ ottobre, avrebbe dovuto essere la discesa dell’inflazione dell’Eurozona, finalmente giunta sotto l’obbiettivo del 2,0% fissato dall’ECB: i prezzi al consumo a settembre sono cresciuti solo del +1,8% annuale, dal +2,2% di agosto, e al minimo dal 2021, grazie anche alla discesa estiva del prezzo di petrolio e derivati.

Tuttavia le Borse europee sono scese dopo i dati PMI manufatturieri europei di settembre: Milano -1,0%, Madrid -1,8%, Parigi -0,8%, Francoforte -0,6% con Londra poco mossa. Cali anche a Wall Street: Dow Jones -0,4%, S&P500 -0,9%, Nasdaq -1,5%. Il 3’ trimestre ha visto il Dow Jones crescere circa +8%, battendo il +5,5% dello S&P500 ed il +2,5% del Nasdaq. Da inizio anno, lo S&P 500 è salito oltre +20%.

Come già detto, sulle sorti dei listini azionari Europei ha pesato di più, in negativo, la pubblicazione degli indici Pmi manifatturiero dell’Eurozona, veramente depressi: l’indice aggregato è sceso, per il 16’ mese consecutivo, a 45 punti, ben al di sotto della soglia “50” che delimita la contrazione dall’espansione economica.

Non c’è dubbio che la manufattura così debole sia sinonimo di una domanda aggregata debole, e dunque foriera di tensioni al ribasso sui prezzi finali: il cocktail di inflazione in calo e manufattura depressa dovrebbe propiziare un nuovo “easing” della politica monetaria dell’ECB, che si riunisce il 17 ottobre.

Sul tema dell’inflazione Europea si registra il misurato ottimismo del Governatore della Banca centrale Finlandese, Olli Rehn, secondo cui la crescita dei prezzi al consumo nell'area Euro si stabilizzerà attorno al +2,0% nel corso del 2025.

Negli Usa il Chairman della Banca centrale (Federal Reserve-FED) Jerome Powell ha avallato lo scenario di riduzione del costo del denaro, che tuttavia probabilmente avverrà attraverso tagli di calibro inferiore ai -50 punti base di settembre.

Il mercato incorpora una probabilità del 33% circa di un nuovo taglio da -50 bps a novembre, e di ben -190 bps di tagli cumulati entro la fine del 2025: sul tema si registra il giudizio di Larry Fink, CEO di BlackRock, che ha definito “folli” queste aspettative, pur dicendosi convinto che l’allentamento monetario proseguirà.

Dati macro USA misti ieri, 1’ ottobre: le cifre aggiornate sulle offerte pendenti di lavoro (cd JOLTS) relativi ad agosto sono saliti a 8,04 milioni dai 7,71 di luglio, battendo largamente le attese di 7,64 milioni. Inoltre i posti di lavoro nel settore privato a settembre sono aumentati di 143 mila, anche in questo caso sopra le stime.

L'indice PMI manifatturiero Usa a settembre è sceso a 47,3 punti, dai 47,9 di agosto, ma sopra i 47,0 attesi e ai 47,9 precedenti. Sottotono l'indice ISM, basato su interviste ai direttori acquisti del settore manifatturiero, sceso a 47,2 punti, sotto i 47,6 attesi.

Improvvisa impennata del prezzo del petrolio, causata dall’escalation militare in Medio Oriente: l'Iran ha attaccato Israele col lancio simultaneo di oltre 200 missili balistici come ritorsione all'offensiva anti-Hezbollah da parte di Israele in Libano.

Oggi, 2 ottobre, nel giorno in cui si riunisce il vertice Opec+ ed in serata sarà pubblicato il dato sulle scorte settimanali Usa, in un contesto di altissima tensione in Medio Oriente, il WTI (greggio di riferimento Usa) torna sopra 72 Dollari/barile, +3%.

Delle turbolenze politiche sembra nuovamente risentire il prezzo dell’oro, che stamane ha superato 2.666 US/oncia, +0,5%.

Stamane, data la chiusura delle Borse cinesi, è quella di Hong Kong a esprimere ottimismo per il pacchetto di stimoli annunciato dal Governo e dalla Banca nazionale Cinese (PboC) per rilanciare l'economia ed i mercati finanziari: l'indice Hang Seng, +6,4%, ha superando di slancio quota 22.400, che non vedeva da febbraio 2023.

Perturbate sia la Borsa di Tokyo, -2,2%, sebbene in Giappone la fiducia dei consumatori sia in lieve aumento, che quella di Seoul, -1,1%. Chiuse le Borse indiane.

Sul mercato valutario poche novità: lo Yen giapponese si è stabilizzato sul Dollaro Usa a 143,7, mentre si apprezza marginalmente sull’Euro, attorno 159.

Le Borse europee hanno aperto incerte e chiuso la mattinata in frazionale calo, in media -0,4% alle 13.30 CET. Sul fronte macro Europeo si registra il dato positivo riguardo alla disoccupazione (fonte Eurostat), stabile al 6,4% rispetto a luglio, ma in calo dal 6,6% dell'agosto 2023: il dato è in linea con le stime di consensus.

I future sui maggiori indici di Wall Street anticipano riaperture appena sotto il closing di ieri, nel giorno in cui, oltre all’avvio della riunione Opec+, meritano attenzione anche l'indice di settembre delle spese personal (PCE) della Regional Fed di Dallas, le richieste di nuovi mutui a settembre e le scorte settimanali di greggio.

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