La variante Delta minaccia la ripresa. Borse in forte calo.
Scendono prezzi del petrolio e di tutte le materie prime. Bye-bye inflazione?
Precipitano i rendimenti dei Govies: Bund 10anni -0,42%, Treasury Us 1,16%.
Attesa febbrile per la riunione ECB di giovedi’ 22.


Ammesso che fosse “tanto attesa”, la correzione di ieri sui mercati e’ stata memorabile.
I mercati azionari ed obbligazionari hanno svoltato con decisione verso l’avversione al rischio (“risk-off”) mettendo implicitamente in discussione l’efficacia dei vaccini, la prospettiva di ripresa economica, il ritorno dell’inflazione e di tassi di interesse piu’ alti.
Evidentemente piu’ allarmati dal numero assoluto di nuovi contagi (di nuovo alti), che dalle ospedalizzazioni e dei decessi (ancora bassi), a soffrire maggiormente dei potenziali effetti della variante Delta sono stati titoli ciclici legati alla circolazione delle persone, al turismo, hotelleria, ristorazione ma, a ben vedere, nulla si e’ veramente salvato dalla furia delle vendite, compresi i titoli della tecnologia.
La frana delle Borse europee, in chiusura di seduta ieri, 19 luglio, e’ evidente, col -2,7% dell’Eurostoxx50 e il -2,5% del DAX tedesco e del CAC40 francese. Il Ftse Mib italiano e’ stato il peggiore, -3,3%, alla terza giornata consecutiva di ribassi, che ridimensiona al +7,8% il guadagno da inizio anno.
Umore negativo anche a Wall Street, ma con variazioni meno ampie: l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso poco sopra i minimi, rispettivamente -1,6% e -1,1%, mentre il Dow Jones ha lasciato sul campo -2,1%.
La marcata avversione al rischio ha investito il mercato obbligazionario, con rendimenti bombardati sia in Italia che in Europa, che vanno ad accentuare l’inedito scollamento tra tasso di inflazione e tassi reali e l’appiattimento delle curve.
Quello del Bund tedesco a 10 anni e’ piombato a -0,42% (ore 14.30 CET), tornando ai livelli minimi di marzo, ma anche il 30 anni tedesco torna verso lo zero di rendimento, incorporando prospettive cupe e deflazionistiche che male si conciliano con i dati di inflazione CPI (Consumer price Index), +5,4% in giugno neli Usa.
Ancora piu’ impressionante il movimento dei Treasury americano, sia per la velocita’ con cui si e’ prodotto che per il livello raggiunto: +1,16% (ore 14.45 CET), quando venerdi’ scorso, 16 luglio, era pari all’1,31%, e la settimana precedente era sopra all’1,4%.
Gli spread con le obbligazioni corporate si sono mediamente allargati, ma senza degenerazioni e con ampie differenzazioni tra gli emittenti/settori.
C’e’ solo parzialmente da gioire se i rendimenti dei BTP siano ulteriormente scesi, con quello del decennale a +0,68%, visto che il contesto di “risk-off” ha portato un allargamento dello spread a 111bps (+5bps sul giono prima).
Infine, come naturale esito di un atteggiamento piu’ prudente, si sono materializzati importanti movimenti sui cambi, col Dollaro, “rifugio di sicurezza”, in apprezzamento a 1,177 Euro, assieme allo yen Giapponese (128,9) e il Franco svizzero (1,084). L’oro gioca le sue carte di bene rifugio e consolida il recente riaggancio di quota 1.800 Dollari/oncia.
Il prezzo del petrolio, complice l’accordo tra grandi Paesi esportatori e la generale presa di profitto sulle materie prime, e’ precipitato del 6% in una sola seduta, col WTI (West Texas intermediate), che si e’ riportato in area 66 Dollari/barile (ore 15.00 CET), quando solo una settimana fa, il 13 luglio, aveva sfiorato i 77 Dollari/barile.
La vigilia della riunione della ECB (Banca Centrale Europea) di giovedì 22 si presenta turbolenta, con alcuni allarmi che si ridimensionano (inflazione, tassi) ed altri che si accentuano (nuova ondata di contagi, lockdown, minaccia alla crescita).
Complessivamente, il clima di crescente preoccupazione, dovrebbe favorire un atteggiamento piu’ “dovish”, cioe’ accomodante, da parte del Consiglio dell’ECB, che dovrebbe dunque confermare tutti gli aiuti, vista che l’urgenza maggiore si dovrebbe spostare dalle misure di contrasto all'inflazione sopra il target, ma in tendenziale raffreddamento, al fornire un’efficace stampella alla crescita economica, minacciata dall’odiosa e metamofica pandemia.
Stamattina, 20 luglio, non sorprende che le borse asiatiche siano state tutte negative, proseguendo il movimento al ribasso del giorno prima, 19 luglio: Nikkei giapponese -0,96% ai minimi del 2021, afflitto dalla crescita dei contagi, proprio all’avvio dei Giochi olimpici.
L’Hang Seng di Hong Kong, -0,84% sintetizza l’atteggiamento di prudenza nel listino “cinese” piu’ diversificato, mentre il listino cinese continentale piu’ importante, il CSI300, ha limitato le perdita a – 0,09%.
Apertura e mattinata in leggero recupero per le Borse europee, ma il primo pomeriggio riduce i guadagni ad un misero +0,20% per l’Eurostoxx50 (ore 15.30 CET).
Apertura incerta, intorno alla parita’, per Wall Street, ma il flusso di trimestrali potrebbe ispirare una price action piu’ dinamica durante la seduta.

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