Le Borse consolidano i recenti progressi: clima di attesa. La Banche centrali euopea e americana verso rialzo da +0,25%. La politica monetaria espansiva deprime lo Yen e spinge il Nikkei. Trimestrali Usa tra alti e bassi: al via quelle europee: watch-out!
Le Borse europee hanno chiuso in lieve rialzo la seduta di venerdi’ 21 (Dax tedesco +0,54%, Cac francese +0,51%, FTSEMIB italiano +0,43%, Eurostoxx50 +0,54%) che, nelle previsioni della vigilia, avrebbe dovuto risentire della messe di dati sulla fiducia dei direttori acquisti delle “aziende campione”, cioe’ i PMI (Purchasing managers Index).
Senza tanto clamore gli indici azionari europei hanno registrato la 5’ settimana consecutiva di rialzi: gli attesissimi indici PMI dell'Eurozona hanno testimoniato un miglioramento del del tono economico generale, ma va detto che ad aprile è salito soprattutto l'indice relativo ai servizi mentre si e’ indebolito quello manifatturiero.
Wall Street, venerdi’ 21, ha archiviato la seduta pressoche’ invariata, con un bilancio settimanale in leggero “rosso”: anche negli Stati Uniti, pertanto, hanno avuto limitato impatto i dati macro migliori delle attese, come i PMI dei servizi, manifatturiero e composito, quest’ultino al terzo aumento mensile e largamente sopra 50 punti, ad indicare espansione.
Nella serata di venerdi’ 21 e’ stato reso noto il nuovo giudizio dell’Agenzia di Rating S&P sul debito sovrano italiano che, in linea con le attese, ha confermato il livello "BBB", con outlook stabile.
Prospettive ancora “restrittive” per la politica monetaria della Banca centrale europea (Ecb): secondo il membro finlandese Olli Rehn, essa dobrebbe proseguire nel solco della “stance” (attitudine) restrittiva, per continuare a raffreddare la domanda aggregata, “non essendoci motivo per abbandonarla prematuramente».
Venendo ad oggi, l’umore dei mercati, sia di quelli asiatici di prima mattina, che di quelli europei, e’ molto guardingo: Milano sconta l’effetto dello stacco dei dividendi di 8 blue chips, per un effetto cumulato di -1,36%, al netto del quale l’indice FTSE Mib sarabbe pressoche’ invariato.
“Piatte” anche Parigi e Francoforte, nonostante l'indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche di aprile sia uscito a 93,6 punti, sotto le stime.
L'avvio di Wall Street, anticipato dai future, si prospetta in calo: alcune relazioni trimestrali, come ad esempio Tesla e Netflix, hanno deluso la scorsa settimana, specie quando i loro managers hanno fatto riferimento ad una prospettiva debole per l’economia Usa.
Sara’ pertanto molto utile, nel corso di questa settimana, interpretare la “prima lettura” del GDP (prodotto interno lordo) americano nel 1’ trimestre 2023, sia per un’eventuale conferma del temuto rallentamento, che per immaginare le future mosse della Federal Reserve (FED-Banca centrale Usa) sui tassi di interesse.
Le stime degli analisti convergono su un aumento del costo del denaro di +0,25% nella prossima riunione del 4 maggio. Si torna a parlare di crisi bancaria, specie per prevenirne di nuove: secondo il Wall Street Journal la Federal Reserve sta considerando di rimuovere un'esenzione permessa ad alcune banche regionali nel 2019, che consentiva di non registrare le perdite “latenti” su parte dei titoli in portafoglio, cio’ su quelli “immbilizzati” e da tenere sino a scadenza. D’altronde, un rafforzamento della vigilanza bancaria dopo i fallimenti di Silicon Valley Bank e Signature Bank in marzo era nelle attese. Sul fronte europeo, per amor di cronaca, segnaliamo che Credit Suisse nel primo trimestre 2023 è tornato in utile per 12,4 miliardi di Franchi svizzeri, ma ha anche sofferto di un’emoraggia di depositi sopra i 61 miliardi, solo recentemente “rallentata”. Prosegue ad alto ritmo la stagione dei dati “macro” e delle “trimestrali Usa: tra di loro segnaliamo, venerdi’ 28, l'indice sull’inflazione PCE (Personal consumption expenditures) di marzo, “osservatissimo” dalla FED per misurare i prezzi per la “famiglia media”: occhi aperti poi sui numeri di Alphabet, Amazon e Microsoft! Il comparto dei titoli governativi europei vive una fase tranquilla, con rendimenti in assestamento: quello del BTP decennale italiano “benchmark” scende oggi a 4,31%, da 4,35% di venerdì ed il differenziale di rendimento tra il BTP decennale ed il Bund tedesco è stabile attorno 185 punti base. Negli Usa, il rendimento del Treasury 10 anni e’ 3,54%, e la “curva” dei rendimenti per scadenza resta invertita, col differenziale tra 2 e 10 anni pari 61 bps. Sul fronte valutario, l'Euro e’ tornato stamane, 21 aprile, sopra 1,10 Dollari, mentre sale al record storico di 148,2 verso lo Yen giapponese. La politica monetaria della Banca centrale giapponese restera’ ultra-espansiva, indebolendo il cambio dello Yen a tutto vantaggio delle aziende esportatrici nipponiche.
Non e’ una sorpresa, pertanto, che la Borsa di Tokyo abbia chiuso la prima seduta della settimana in lieve rialzo, col Nikkei a +0,1%. La Borsa di Hong Kong ha chiuso debole, con l’indice Hang Seng a -0,58%.
In Cina, l’indice Composite di Shanghai ha perso -0,78%, mentre Shenzhen -1,17%: tra gli altri indici asiatici, Taipei +0,15%, Mumbai +0,68%, Sidney -0,11%.
Pochi spunti tra le materie prime: il prezzo dell’oro e’ invariato a 1.990 Dollari/oncia, quello dell’argento guadagna +0,6% a 25,28 US$, mentre quello del petrolio accenna ad un leggero recupero: WTI (greggio di riferimento Usa) +0,8% a 78,5 Dollari/barile (vedere grafico allegato). Gas naturale europeo di nuovo sotto i 40 Euro/megawattora. (ore 13.30 CET).
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