Torna il mantra “good news are bad news”?

AZIONARIO

Dati americani contrastanti, hanno reso la giornata di ieri decisamente interessante, e non solo nel comparto equity. Gli indici azionari hanno iniziato una correzione al ribasso dopo che il mercato ha interpretato i dati come estremamente positivi, nella parte dei prezzi alla produzione e nonostante le vendite al dettaglio siano uscite peggiori del consensus.

Si è trattato del ritorno del mantra che avevamo imparato a conoscere nel 2022, ovvero “good news are bad news”, cioè buone notizie sul fronte macro fanno scendere le borse e salire il dollaro come valuta rifugio. E così, dopo un inizio di seduta ancora al rialzo, i tre indici principali Usa hanno cominciato a perdere quota chiudendo in rosso, dopo che i dati economici chiave hanno supportato la recente cautela dimostrata dalla Fed e l’idea di posticipare il taglio del costo del denaro.

Sul fronte aziendale, Nvidia ha perso circa il 2,9% e Tesla è scesa dell'1,6% dopo che un analista di Wells Fargo ha affermato che quest'anno ci sarà una crescita zero nei volumi di vendita per il produttore di veicoli elettrici. D'altro canto, Microsoft ha guadagnato il 2% e Apple lo 0,8%. Sul fronte degli utili, Adobe ha tagliato i guadagni anticipati prima della pubblicazione degli utili.

VALUTE

Sul fronte cambi, abbiamo finalmente assistito ad un movimento degno di questo nome, con il dollaro in deciso recupero contro quasi tutte le valute, anche contro lo Jpy, che si era distinto invece, ad inizio giornata, in un recupero dovuto alle dichiarazioni della BoJ, che ha affermato, tramite un suo portavoce, di voler uscire nella prossima riunione della settimana prossima dall’espansione monetaria che dura da più di 10 anni, il QQE. UsdJpy che dopo avere fatto registrare un minimo di giornata a 147.42, è balzato in poco più di 6 ore fino a 148.35. E non è detto che l’uscita dall’espansione monetaria sarà il viatico per la grande salita dello Jpy che molti auspicano.

EurUsd che, d’altro canto, ha violato 1.0900 ed è sceso come il Cable che ha sfondato quota 1.2800 ed è andato al test di 1.2731, dove si trova mentre scriviamo. Tecnicamente, su base daily, sembra di essere solo all’inizio di un movimento pro-dollaro, che però deve violare alcune resistenze chiave per accelerare in modo significativo e tali livelli sono a circa 40-50 pip dai livelli attuali per i tre cambi analizzati. Anche sulle oceaniche è iniziata una correzione ma occorrono conferme in tal senso e oggi con i dati in uscita, potremmo averne qualcuna.

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VENDITE AL DETTAGLIO USA

Le vendite al dettaglio sono cresciute dello 0,6% su base mensile nel febbraio 2024, dopo un calo dell’1,1% rivisto al rialzo a gennaio e al di sotto delle previsioni di mercato che erano per un aumento dello 0,8%. Si tratta di una ripresa inferiore alle previsioni, che dovrebbe proseguire nel medio termine, e sfociare in un rallentamento più importante della spesa per i consumi. Gli incrementi maggiori si sono registrati nelle vendite nei settori dei materiali edili, e in quello automobilistico. Gli effetti dei tassi alti, comunque, cominciano a far sentire i loro effetti anche sulla parte finale della filiera della produzione.

PREZZI ALLA PRODUZIONE USA

L’indice dei prezzi alla produzione negli Stati Uniti è invece aumentato dello 0,6% su base mensile nel febbraio 2024, evidenziando l’incremento maggiore dall’agosto 2023 e superando le aspettative del mercato di un aumento dello 0,3%. I prezzi dei beni sono aumentati dell'1,2%, il massimo in sei mesi, principalmente guidati da un aumento del 4,4% dei costi energetici e da un aumento dell'1,0% dei prezzi dei prodotti alimentari.

Il dato core, esclusi alimentari ed energia, è aumentato dello 0,3%, in rallentamento rispetto all’aumento dello 0,5% osservato a gennaio ma sopra al consenso dello 0,2%. Su base annua, l'inflazione dei prezzi alla produzione è accelerata all'1,6% dallo 0,9% di gennaio, superando facilmente le previsioni dell'1,1%.

MERCATO DEL LAVORO

I Jobless Claims, ovvero coloro che richiedono il sussidio di disoccupazione sono scesi di 1.000 unità a 209.000 nella settimana terminata l’8 marzo 2024, al di sotto delle aspettative del mercato di 218.000. Il livello della settimana precedente è stato rivisto al ribasso di 7.000, da 217.000 a 210.000. Le richieste di sussidi di disoccupazione continuative sono aumentate invece da 17.000 a 1.811.000 nella settimana precedente, rispetto alle aspettative del mercato di 1.900.000. La media mobile di 4 settimane è stata di 208.000, in calo di 500 rispetto alla media rivista della settimana precedente. La media della settimana precedente è stata rivista al ribasso di 3.750, da 212.250 a 208.500.

DATI DI OGGI

Termina così un’altra ottava, che è stata caratterizzata comunque da movimenti ridotti, e da price action nei trading range delle ultime settimane. Oggi chiudiamo in bellezza con tutta una serie di dati rilevanti, tra cui i dati finali sull’inflazione francese e italiana, a cui seguiranno le vendite al dettaglio nel nostro paese.

Nel pomeriggio, dati dagli Usa, quali prezzi alle importazioni ed esportazioni, con la produzione industriale e manifatturiera, unitamente agli aggregati redatti dall’Università del Michigan. Market movers che potrebbero dare un poco di volatilità ad un mercato che però aspetta ben altro per muoversi veramente.
Buon trading e buon fine settimana.
Saverio Berlinzani


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