La novità delle ultime ore è rappresentata da un rallentamento dei dati negli Stati Uniti. Non che non fossero già usciti dati inferiori alle attese nelle scorse settimane, ma la frequenza con cui uscivano era di gran lunga inferiore a quanto abbiamo osservato nelle ultime ore.

I nuovi ordini di beni durevoli sono crollati del 6,1% su base mensile a gennaio 2024, più delle aspettative del mercato che scommettevano su un ribasso del 4,5% e in seguito ad un precedente ribasso dello 0,3% nel mese di dicembre 2023. Ciò ha segnato il calo mensile più consistente dall’aprile 2020, principalmente guidato dal ribasso degli ordini di mezzi di trasporto, (-16.2%) rispetto al -0,6% di dicembre.

Il calo dipende soprattutto dalla diminuzione della domanda di aeromobili e componenti (-58,9% rispetto a 1%), oltre che quella di autoveicoli e componenti (-0,4% rispetto a 0,2%). Sono diminuiti anche gli ordini di prodotti in metallo (-0,9% contro 0,2%), metalli primari (-1,7% contro 0,5%) e beni d'investimento (-15% contro -1,4%). Escludendo i trasporti, i nuovi ordini sono diminuiti dello 0,3% (rispetto al -0,1%). Escludendo la difesa, sono scesi del 7,3% (contro lo 0,1%).

WALL STREET

Ancora una chiusura vicino ai massimi per i principali indici americani, mentre sorprende ancora al rialzo il Dax, salito su nuovi massimi storici a 17.566, in un contesto macroeconomico tedesco in rallentamento. Il Dow Jones ha chiuso in ribasso dello 0.25% mentre l’S&P 500 e il Nasdaq hanno chiuso in positivo, rispettivamente dello 0.17% e 0.37%.

Gli investitori restano in attesa dei dati chiave della settimana, tra cui il Pil Usa del quarto trimestre 2023, oggi pomeriggio, e relativo alla seconda rilevazione, oltre al dato sull’inflazione, il PCE, che potrebbe finalmente cambiare gli scenari futuri.

In ogni caso anche all’interno dei titoli ad alta capitalizzazione si comincia ad intravedere qualche crepa, con NVIDIA che ha registrato un calo di oltre il 2% mentre altri titoli come Microsoft, Apple e Amazon sono scesi di percentuali intorno allo 0.5%. Tengono invece Tesla (+0.17%), Apple (+0.81%) e Meta (+1.1%).

OCEANIA

La RBNZ, come da attese, ha lasciato i tassi invariati al 5.5% nella riunione di questa mattina, indicando gli obiettivi di inflazione al 2.6% nel 2024, leggermente più alti dell’ultima previsione del 2.4%. Nello statement si legge che l’OCR, rimarrà restrittivo per un periodo prolungato per garantire gli obiettivi dell’indice dei prezzi, anche se in questo momento sembra limitare la domanda aggregata. Quindi, calo della congiuntura in vista, ma politica restrittiva necessaria per il raggiungimento degli obiettivi.

Dollaro neozelandese in calo contro tutte le valute, con un movimento di circa lo 0.80% rispetto al biglietto verde, con 50 pip di discesa da 0.6175 a 0.6125. Intanto questa mattina sono usciti i dati sui prezzi al consumo in Australia, usciti in rialzo a +3.6% su base annua, rispetto al dato precedente di +3.4% e in linea con il consensus. Su base mensile +0.4%, superiore al -0.1% precedente.

AudUsd stabile a 0.6540, in salita sul dollaro neozelandese a 1.0675. Da un punto di vista tecnico le oceaniche restano in fase di correzione rispetto all’ultimo rialzo, che non è apparso così impulsivo come ci si poteva attendere.

VALUTE

Poco da segnalare sul mercato più liquido al mondo, se non i movimenti di AudUsd e NzdUsd di cui abbiamo già detto, con un dollaro che resta forte contro tutte le principali divise concorrenti, per via di un risk off che rimane a livello di latenza, ma che si intravede solo nel forex.

Il biglietto verde resta valuta rifugio e anche se non rompe le resistenze chiave, va riconosciuto che non molla di un centimetro i supporti. Abbiamo più volte ripetuto come sia necessario un innesco di qualche notizia macro o dichiarazione di banchiere centrale per spostare gli equilibri di fondo, trigger che però per ora non si è visto. Rimaniamo pertanto in trading range da lavorare con bande di oscillazione limitate all’interno del punto percentuale.

GERMANIA, MIGLIORA LA FIDUCIA DEI CONSUMATORI

L'indicatore GfK del clima dei consumatori per la Germania è salito a -29,0 verso marzo 2024 dal minimo di 11 mesi di febbraio di -29,6, in linea con le previsioni di mercato. Le aspettative di reddito hanno raggiunto il livello più alto da oltre due anni (-4,8 contro -20,0 di febbraio), mentre la propensione all'acquisto (-15,0 contro -14,8) e le prospettive economiche (-6,4 contro -6,6) sono rimaste poco cambiate. Nel frattempo, la propensione al risparmio ha raggiunto il livello più alto da giugno 2008 (17,4 contro 14,0).

MESSICO

Nel gennaio 2023 il Messico ha registrato un deficit commerciale di 4,3 miliardi di dollari, ampliandosi rispetto al divario di 4,1 miliardi di dollari del corrispondente periodo dell’anno precedente e quasi il doppio delle aspettative del mercato che erano per un deficit di 2,3 miliardi di dollari. Si è trattato del divario più ampio dall’agosto del 2022, poiché le esportazioni si sono contratte dell’1,5% a 41,957 miliardi di dollari.

Le vendite estere di manufatti sono diminuite (-2% a 35,57 miliardi di dollari) in un contesto di forte calo delle esportazioni dell’industria automobilistica (-6,5% a 12,721 miliardi di dollari), mentre le vendite legate al petrolio sono aumentate dello 0,2% a 2,721 miliardi di dollari.

A contribuire negativamente al deficit, anche la forza del peso messicano che contro dollaro, dal 2020 ha guadagnato oltre il 30 per cento, con un UsdMxn sceso da 25.85 a 17.07 in 4 anni per effetto di un delta tasso favorevole alla divisa centroamericana, con tassi all’ 11.25 contro i 5.25 del biglietto verde. Ancora più ampio il divario con l’euro, rispetto al quale il peso ha guadagnato il 40% nello stesso periodo, con u delta tasso superiore visti i tassi europei al 4.5%.

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Buona giornata e buon trading.

Saverio Berlinzani
Beyond Technical AnalysisFundamental Analysis

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