Banche centrali Usa ed EU confermeranno la pausa sui tassi. Gli analisti cercheranno di interpretare intenzioni 2024 sui tagli, dati per certi. Wall Street e Borse Europee verso nuovi massimi e con poca volatilita’. Pechino e la crisi delle Borse cinesi: verso il varo di un Piano “bazooka”?
Da oltre un mese le Borse Usa ed europee salgono con continuita’ e bassa volatilita’, convinte che le Banche centrali abbiano terminato la fase di rialzi (“tightening”), e che si apprestino a significativi tagli del costo del denaro nel 2024.
Sul tema, importanti indicazioni verranno oggi, 13 dicembre, dalla FED (Banca centrale Usa-Federal Reserve) e domani dall’ECB (Banca centrale Europea) e dalla Bank of England. Sul mercato l’attesa largamente predominante e’ che le 3 banche centrali manterrando i tassi invariati a livelli che sono i piu’ elevati da almeno 20 anni.
Ieri, 12 dicembre, il dato di novembra sull’inflazione al consumo (CPI) negli Usa, marginalmente scesa da 3,2% a 3,1% annuo, non ha impedito ai listini azionari europei di chiudere “piatti” una seduta che era partita debole. Parigi -0,11%, Francoforte -0,01%, Londra -0,02% e Milano -0,28%.
Sull'inflazione Usa di novembre va detto che e’ scesa meno delle attese: il 3,1%, pur essendo il valore più basso degli ultimi 5 mesi, implica che su base mensile sia salita +0,1%, cioe’ sopra lo “0” previsto dal consenso. Inoltre l’indice “core” (ex cibo ed energia) e’ salito di +0,3% mensile, sopra il +0,2% del consenso, confermando il +4,0%) annuale di ottobre.
Wall Street e’ riescita a salire anche dopo il dato di inflazione parzialmente deludente: S&P500 e Dow Jones +0,5%, Nasdaq composite +0,7%: col rialzo di ieri Wall Street è ritornata ai massimi da inizio 2022, e vicinissima a quelli storici.
Ieri ha sopreso il nuovo pesante scivolone del prezzo del petrolio, col WTI (greggio di riferimento Usa) che ha perso oltre -3% scendendo, come ormai avviene da quasi 2 mesi, fino sotto 70 Dollari/barile.
L'Opec+ (cartello dei maggiori esportatori) si e’ impegnati a tagli dell’export di 2,2 milioni di barili/giorno nel 1’ trimestre 2024, ma i mercati sono convinti che l’offerta restera’ abbonante grazie all’aumento da parte di altri produttori “non Opec”, e che è la domanda della Cina, maggior importatore mondiale, possa essere debole. Prezzo del gas naturale europeo in calo ieri del -4,0% a 34,6 Euro/megawattora.
Mercato obbligazionario tranquillo, con lo spread tra BTP decennali e omologhi Bund tedeschi attorno a 177 punti base e rendimento dei BTP benchmark sotto 4%.
Sul fronte macro europeo qualche segnale incoraggiante viene dall'indice tedesco Zew, risalito a dicembre a 12,8 punti dai 9,8 di novembre, e sopra le attese di consenso. Lo stesso indicatore, riferito all'Eurozona, e’ balzato a 23,0 da 13,8.
La produzione industriale dell’Eurozona resta debole e ad ottobre è diminuita -0,7% annuale, riducendo il calo rispetto al -1,0% di settembre. Grecia, +6,0%, Portogallo, +3,8%, e Repubblica Ceca, +2,9%, rappresentano “felici” eccezioni.
Nel Regno Unito, ad ottobre, la crescita dei salari è stata +7,2% annuale, cioe’ sotto le previsioni di +7,7%: si tratta dell’aumento piu’ contenuto da 2 anni a questa parte, e, pur avvalorando uno scenario di “moderazione salariale”, resta comunque ancora “incoerente” con l’obbiettivo di riportare l'inflazione al target del 2%,
Oggi, 13 dicembre, l’attenzione degli investitori si concentra sulla Federal Reserve, ed in particolare sulla parole con cui il suo Chairman Jerome Powell descrivera’ l’andamento economico corrente e prospettico. I mercati credono che i tagli dei tassi possano iniziare nella primavera 2024: il dubbio sulle intenzioni della FED sara’ sciolto con la pubblicazione, tra circa 3 settimane, delle minute del FOMC di ieri.
Domani, 14 dicembre, sara’ la volta dell’ECB (Banca centrale Europea): il consenso indica che il costo del denaro restara’ invariato al 4,5%, cioe’ ai massimi da 22 anni.
Borse asiatiche con performance eterogee alla chiusura di stamattina, 13 dicembre: Tokyo +0,25% dopo che l'indice Tankan, che misura trimestralmente la fiducia delle imprese, ha battuto le aspettative.
In Cina permangono i dubbi sulla crescita economica e gli indici azionari domestici continuano a scendere, risentendo anche dell’allarmante dato sull’inflazione “sotto 0” in novembre, che avvalora una prospettiva addirittura “disinflazionistica” per la piu’ grande economia asiatica.
Nel frattempo, a Pechino, l’annuale Conferenza sull'Economia e il Lavoro si è conclusa con la promessa del Governo di massimo impegno nella politica industriale che, anche grazie all'intelligenza artificiale, mira ad un sistema economico e industriale moderno e tecnologicamente avanzato. Pochi dettagli, invece, su incentivi e stimole diretti, e sul target di crescita 2024.
Shanghai ha perso -0,88%, Shenzhen -0,74%, mentre l'Hang Seng di Hong Kong e’ sceso oltre -1,0%.
L'Euro stazione appena sotto 1,08 Dollari, -0,1%, e recupera marginalmente, +0,2% sullo Yen giapponese, a 157,3.
Il prezzo del petrolio resta debole, vicino ai minimi dell’anno, col WTI sotto 69 Dollari/barile, -0,6% (ore 11.00 CET), dopo che ultimo report dell'Eia (Agenzia internazionale per l’energia) ha alzato di 30.000 barili/giorno le previsioni sull'offerta di greggio Usa ed i dati sulla media settimanale delle esportazioni russe “via mare” sono risutati al livello più alto da luglio.
Le Borse europee, a fine mattinata, registrano un progresso medio di circa +0,3%: i future su Wall Street anticipano riaperture leggermente positive (ore 13.30 CET)
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