WisdomTree - Tactical Daily Update - 20.01.2022

Nuovo calo a Wall Street, ma stavolta omogeneo tra i 3 maggiori indici.

Petrolio ancora in rialzo: IEA aumenta stime per la domanda 2022.

Oro (1.840 Dollari/oncia)e preziosi in recupero robusto, ma da confermare.

Banca Centrale Cinesi taglia i tassi: rimbalzano le azioni tech asiatiche.


La seduta borsistica di ieri, 19 gennaio, era partita bene per i listini europei, ma nel pomeriggio, in parallelo all’incapacita’di Wall Street di rimbalzare nonostante la reporting season che prosegue mediamente meglio delle attese, i progressi si sono ridimensionati.

Il Cac40 parigino, che era arrivato a guadagnare oltre il +1%, ha poi chiuso a +0,5%, nonostante l'ottimo andamento del comparto del lusso favorito dalle brillanti trimestrali di Richemond e Burberry: il Ftse100 britannico a segnato +0,4%, il Dax40 tedesco a +0,2%, mentre il FtseMib milanese ha ceduto sul finale sino a -0,4%.

Le vendite sui titoli tecnologici hanno di nuovo affossato il NASDAQ, che ha chiuso a -1,1%. Similmente negative, e sui minimi di seduta, le chiusure del Dow Jones e dello S&P 500, entrambi -1,0%.

Col calo di ieri il Nasdaq ha realizzato un correzione tecnica, scendendo oltre il -10% dai massimi storici toccati a novembre.
A poco sono serviti i buoni numeri trimestrali di “big cap” come Morgan Stanley, UnitedHealth e Procter&Gamble.
Sull’umore degli investitori pesa sicuramente il rialzo dei rendimenti dei titoli governativi Usa, con quello a scadenza 2 anni risalito rapidamente oltre il +1% per la prima volta dal 2020, e quello del decennale che e’ arrivato a sfiorare +1,90%, per poi ripiegaare a 1,83%, dove lo troviamo oggi, 20 gennaio (ore 11.30 CET).
Le curve dei rendimenti dei Govies Usa incorporano la convinzione che la Federal Reserve alzerà i tassi ufficiali d'interesse almeno 4 volte nel 2022, a cominciare da marzo, anche in misura superiore al +0,25% a volta sinora ipotizzato.
Piu’ misurata e incerta la risalita dei rendimenti in Europa, col decennale tedesco che e’ tornato momentaneamente ad un rendimento positivo, e che stamani arretra a -0,03%: quello dell’omologo BTP italiano, dopo un rapido passaggio sopra +1,37%, scende stamane a +1,34%, per un spread BTP/Bund pari a 137bps (ore 12.00 CET).

Il prezzo del petrolio ha continuato a salire anche ieri, 19 gennaio, a nuovi record dal 2014. L’Agenzia Internazionale per l'Energia ha rivisto al rialzo le sue stime sulla domanda globale, mentre prosegue il temporaneo stop dell’importante oleodotto tra Iraq e Turchia causato da una non meglio precisata esplosione.

Il prezzo del WTI (greggio di riferimento nord americano) e’ salito ieri oltre 86,2 Dollari/barile, +1,3%.

La pandemia resta un fattore di preoccupazione, con numeri e velocita’ di diffusione della variante Omicron ben maggiori che nelle precedenti ondate. In Germania il numero dei nuovi positivi giornalieri e’ salito per la prima volta oltre i 100.000, con oltre 200 decessi/giorno.

In forte recupero, dopo oltre un anno di performance opaca, i prezzi dei metalli preziosi: quello dell’oro ha guadagnato ieri, 19 gennaio, quasi il +2%, superando i 1.840 Dollari/oncia.

Sul fonte macro ieri, 19 gennaio, i numeri sulle costruzioni residenziali di dicembre negli Usa hanno battuto le stime, crescendo alla piu’ elevata velocita’ degli ultimi dieci mesi, testimoniando una robusta domanda di case e nonostante i problemi di disponibilita’ di materiali da costruzione e personale qualificato.

Sul versante europeo, e’ ancora l’inflazione a catalizzare l’attenzione, dopo aver raggiunto il +5,0% medio a dicembre, una dinamica rialzista che non si vedeva da fine anni ’90. In Germania, in seconda lettura, e’ stato confermato il +5,3% a dicembre.

In Gran Bretagna l’inflazione è salita a +5,4%, oltre le attese di +5,2%, alimentando l’aspettativa che anche la Banca d'Inghilterra possa svoltare verso una politica monetaria piu’ restrittiva.

Insomma, anche in Europa cresce la preoccupazione per l’aumento del costo della vita ed anche quella che riguarda la spesa per interessi sui debiti pubblici, dopo che a dicembre la Banca Centrale Europea (BCE) ha confermato che il programma di acquisti PEPP (Pandemic emergency purchase program) terminera’ a marzo, pur proseguendo con volumi piú moderati in altre forme tecniche gia’ esistenti.

Sebbene anche nell’ultima guidance la BCE abbia tendenzialmente escluso un aumento dei tassi ufficiali nel 2022, i mercati obbligazionari sembrano prezzare un piccolo rialzo (+0,15/+0,25%) entro la fine dell’anno.

La Banca Centrale Cinese ha tagliato nuovamente alcuni tassi di riferimento, col chiaro intento di ravvivare la crescita economica in generale, ed i consumi privati e l’acquisto di immobili residenziali in specifico.

Le Borse asiatiche sembrano plaudire al nuovo atteggiamento accomodante del colosso cinese: stamattina ha rimbalzato il Nikkei giapponese, +1,1%, sostenuto da il buon dato sull’export in dicembre, ma soprattutto l’Hang-Seng di Hong Kong +3,4%, con le big-tech in marcato recupero. In rialzo del +0,9% il Csi300 di Shanghai&Shenzhen, ed il Kospi coreano, +0,7%.

Mattinata incerta per le Borse europee, in media invariate. I future di Wall Street indicano riaperture mediamente in rialzo del +0,5%. (ore 12.30 CET).

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